La Polizia di Stato di Ragusa, applicando la nuova normativa sul caporalato, ha constatato il reclutamento di 26 lavoratori (uomini e donne), costretti a svolgere le mansioni di braccianti agricoli ed a vivere in condizioni degradanti.
19 richiedenti asilo, 5 rumeni e 2 tunisini, venivano pagati 25 euro al giorno per 8 ore lavorative, senza alcun giorno di ferie o altro diritto garantito previsto dal contratto collettivo dei braccianti agricoli.
Le case abusive site all´interno dell´azienda erano in condizioni tali da non permettere una vivibilità da parte degli esseri umani.
All´interno del terreno sottoposto a controllo, di circa 80mila mq, operavano 3 aziende agricole del settore coltivazione in serra di ortaggi.
Le condizioni di lavoro e di vita all´interno dell´azienda erano non solo degradanti ma umilianti per l´essere umano così come documentato dalla Polizia Scientifica.
Nessuno dei lavoratori era stato mai sottoposto a visita medica pur dovendo lavorare in condizioni di forte stress fisico e nessuna delle prescrizioni previste dalla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro era stata rispettata.
Gli alloggi fatiscenti costruiti abusivamente all´interno dell´azienda, davano ospitalità a 15 lavoratori in condizioni degradanti e del tutto incompatibili per l´essere umano. Il resto dei lavoratori invece, veniva prelevato ogni mattina dai titolari che quindi si occupavano anche di reclutare, senza intermediazione, gli operai.
Considerato quanto cristallizzato dalla Polizia Scientifica che ha effettuato un lavoro di video-documentazione di tutta l´attività d´indagine della Squadra Mobile, è stato necessario altresì chiedere l´ausilio del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell´ASP di Ragusa. I medici hanno attestato che “i locali non sono inidonei per essere utilizzati come ambienti di vita”.
Inoltre, i medici nel 2015 avevano effettuato, unitamente alla Polizia di Stato, un altro controllo presso la stessa azienda, evidenziando le medesime carenze oggi riscontrate.
Gli operai erano sprovvisti delle scarpe da lavoro, prestando la propria opera scalzi o in ciabatte; privi anche di magliette, difatti indossavano solo normali pantaloni e nessuno possedeva abbigliamento adeguato così come previsto dalla tipologia di mansione a loro affidata. Totalmente inesistenti impianti antincendio nelle serre e nelle abitazioni.
Gli operai, ascoltati dagli investigatori della Squadra Mobile e della Squadra Amministrativa del Commissariato di Vittoria, sono stati concordi nel riferire di lavorare presso svolgendo le mansioni di bracciante agricolo addetto alle colture in serra, di lavorare almeno 8 ore al giorno per una paga giornaliera di 25euro (non 63 così come previsto) corrisposti ogni sabato con denaro contante, di non godere di nessun periodo di ferie (alcuni, addirittura, hanno affermato di sconoscere il significato della parola) e non aver mai frequentato un corso sulla sicurezza o una visita medica. Fortissimo il timore di essere licenziati, sia qualora avessero richiesto un aumento della paga, sia nel caso in cui l´efficienza nel lavoro non avesse soddisfatto le esigenze dell´incaricato alla loro vigilanza.
Tutti hanno affermato che le loro condizioni economiche sia pregresse che attuali erano e permangono miserevoli.
Considerato quanto sopra brevemente narrato, i due imprenditori agricoli sono stati arrestati per aver reclutato manodopera al fine di utilizzarla ed assumerla, impiegandola e sottoponendola a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno. Attesa, anche, la gravità del fatto desunta dal rilevante numero di dipendenti trovati all´interno dell´azienda, nonché dalle molteplici violazioni enucleate nel presente verbale.
Ai titolari delle aziende saranno poi notificati i verbali per le violazioni commesse da parte dell´Ispettorato del Lavoro e la sospensione dell´attività per le numerosissime violazioni riscontrate.
La Polizia di Stato di Ragusa continuerà i controlli delle attività produttive della provincia iblea, a tutela dei lavoratori e dei tanti onesti imprenditori che rispettano le regole previste dalle norme vigenti.
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